1800-1858 Cronologia giornali
IL REGIME NAPOLEONICO E L’ETÀ DELLA RESTAURAZIONE
Nasce a Milano L’Amico della libertà (giugno/agosto 1800), bisettimanale d’opposizione al regime napoleonico fondato da Pietro Custodi.
Giuseppe Lattanzi fonda a Milano un quotidiano di impronta commerciale, titolato Colpo d’occhio giornaliero sulla città di milano, ossia annunzio di economia, arti e commercio (1800-1801), poi censurato e soppresso dal vicepresidente della repubblica cisalpina, Francesco Melzi.
Nella Repubblica Cisalpina Eugenio Beauharnais e Francesco Melzi d’Eril emanano un decreto che regola più rigorosamente la censura preventiva – affidata al magistrato di revisione – e dà le direttive fondamentali a stampatori e giornalisti.
Carolina e Giuseppe Lattanzi fondano a Milano Il Corriere delle dame (1804-1872), settimanale antesignano del periodico di genere femminile che esce a otto pagine. Ogni numero del Corriere delle dame contiene un ragguaglio sintetico dei principali fatti della settimana, Il Termometro politico.
Esce a Milano il quotidiano Giornale italiano (1805-1815), progetto di Vincenzo Cuoco che vede la partecipazione di Benincasa tra i redattori e che viene stampato da Federico Agnelli. Vende fino a 3671 copie.
Napoleone dopo la sua duplice incoronazione decide di mostrarsi come un padrone di larghe vedute: fa abolire la censura preventiva e cambia nome alla Magistratura di revisione chiamandola “Ufficio della libertà di stampa”.
Esce a Napoli il Monitore delle due Sicilie (1811-1815), unico quotidiano politico del regime napoleonico insieme al Giornale italiano. In questi anni i fogli politici assomigliano tutti al Moniteur di Parigi, escono a quattro pagine ma con un formato meno ristretto di quello delle vecchie gazzette.
Napoleone procede a un riordinamento della stampa, dettando le regole in materia di stampa politica: non più di un foglio di questo tipo per dipartimento fatta eccezione per il Dipartimento di Milano nel quale ne possono uscire fino a otto.
Il Congresso di Vienna avvia il processo noto come Restaurazione. Per questo periodo, fino alla promulgazione degli editti del 1847-1848, non esiste in Italia un giornalismo politico nel senso completo del termine. I giornali per potersi esprimere ricorrono al sotterfugio del travestimento, caratterizzandosi per un linguaggio sciatto e poco ricercato. Le idee nuove si esprimono ancora attraverso i fogli letterari e culturali: centrale il dibattito tra romantici e classicisti.
Nasce a Milano La Biblioteca italiana (1816-1840), testata su posizioni classiciste, promosso dagli austriaci allo scopo di conquistare simpatie nel mondo intellettuale e diffondere il consenso.
Nasce a Milano Il Conciliatore (1818-1819), testata promossa nel settembre 1818 da una cerchia di giovani romantici ammiratori di Madame de Stael e seguaci di Romagnosi. Il giornale ha tra i compilatori Ludovico di Breme, Silvio Pellico, Giovanni Berchet e Pietro Borsieri, viene stampato da Vincenzo Ferrario e garantito finanziariamente dagli aristocratici Porro Lambertenghi e Federico Confalonieri.
Viene pubblicata a Firenze L’Antologia (1821-1831), nuova testata programmatica promossa da Giovan Pietro Viesseux, facoltoso commerciante di grani italo-ginevrino che già nel 1919 aveva fondato a Firenze un gabinetto di lettura.
Moti carbonari preceduti dal sotterraneo agitarsi dei gruppi rivoluzionari in Europa. I nuclei carbonari di Romagna e Napoli riescono a far circolare dei fogli clandestini stampati artigianalmente o manoscritti. I moti si risolvono in un clamoroso fallimento e vengono fortemente repressi. Emerge tuttavia un forte desiderio di lotta e l’esigenza di un’opinione pubblica che richiede riforme. Negli anni ’20 l’Italia inizia ad avere un buon numero di testate ed è in questa fase che nasce la stampa di massa e che il giornale entra nella quotidianità. si ha un allargamento del pubblico che diviene più differenziato e si modifica inoltre la figura del giornalista, la cui professione inizia ad essere retribuita regolarmente. Il giornale diviene uno strumento di battaglia e cambia il suo linguaggio non più dotto ma gridato. I Governi degli stati italiani, di contro, insistono con la tecnica del privilegio e sono ancora numerose le gazzette privilegiate, alle quali i Governi stessi mandano esclusive, informazioni e commenti.
Il tipografo ed editore torinese Giuseppe Pomba chiede al Re il privilegio di introdurre a Torino la macchina da stampa a doppio cilindro mossa dal vapore, adottata dal Times nel 1914.
A Parma vede la luce il foglio politico L’Eclettico (1829-?), fondato dal liberal-socialista Francesco Pastori.
In molte città italiane si riaccendono moti insurrezionali, in particolare innescati dai rivoluzionari di Modena. I Governi impongono alla stampa una nuova generale stretta di freni. La vittima più illustre in questo contesto sarà L’Antologia di Viesseux, soppressa dal Granduca di Toscana nel 1833.
A Marsiglia Giuseppe Mazzini fonda l’associazione Giovine Italia e una rivista dallo stesso titolo. Della Giovine Italia (1832) escono soltanto sei numeri, ma la sua comparsa segna l’avvento nella lotta politica del giornalismo mazziniano.
Sono 24 i periodici che escono nel Regno delle due Sicilie, con l’avvento al trono di Ferdinando II. Per la maggior parte si tratta di fogli di varietà e di evasione. Tra questi possiamo ricordare Il Progresso delle Scienze delle Lettere e delle Arti, Le Effemeridi scientifiche e letterarie, Il Giornale di Statistica e La Falce.
Carlo Alberto, non del tutto chiuso alle esigenze e alle richieste dell’opinione pubblica, decide la trasformazione della Gazzetta Piemontese da trisettimanale a quotidiano.
Esce a Genova il Magazzino pittorico universale(1834-1837), esempio di periodico illustrato.
Esce a Torino Letture popolari (1837-1841), importante esempio di stampa popolare fondato da Lorenzo Valerio.
Esce a Milano Il Politecnico. Repertorio di studi mensili applicati alla prosperità e coltura sociale (1839-1844), testata di successo fondata da Carlo Cattaneo.
Dalla mente di Giuseppe Pomba nascono a Torino due importanti periodici, l’Antologia italiana e Il Mondo illustrato.
Carlo Alberto, accolte le richieste dei riformatori, allenta le maglie della censura civile e abolisce quella ecclesiastica sulla pubblicistica che non riguardi la religione.
Viene emanato l’Editto sulla stampa che traduce il principio di libertà di stampa sancito dallo Statuto Albertino in 91 articoli.
Si verifica un’ondata insurrezionale che parte con le rivolte di Milano e Venezia, alimentate dalla dichiarazione di guerra all’Austria da parte di Carlo Alberto avvenuta nel marzo 1848. Nell’ambito dei moti del 1848 si sviluppano in Italia due filoni ideologici fondamentali, quello liberale-moderato e quello repubblicano-democratico. A Milano, nel corso della fase insurrezionale, l’organo ufficiale del Governo provvisorio è Il 22 marzo, compilato da Carlo Tenca. Altri importanti fogli repubblicani sono in questa fase l’Emancipatore e Il Lombardo. Per quanto riguarda la corrente moderata da ricordare la nascita de Pio IX, trisettimanale sostenitore delle posizioni neoguelfe cattoliche, che diverrà poi quotidiano con il titolo l’Avvenire d’Italia
Nasce L’Italia del popolo (1851-1857), quotidiano legato alla figura di Giuseppe Mazzini.
Viene attivato il primo cavo sottomarino di collegamento telegrafico tra Francia e Inghilterra.
Viene attivato il collegamento telegrafico fra Torino e Parigi.
Nasce a Torino l’agenzia stampa Stefani, per volere di Camillo Benso Conte di Cavour.
Esce a Milano Nuovo Emporio (1856-1860), settimanale basato su notizie di cronaca anche nera. Escono inoltre due settimanali umoristico-letterari che durano poco, L’Uomo di Pietra redatto da Cletto Arrighi e Il Pungolo di Leone Fortis, e il settimanale letterario Il Crepuscolo di Carlo Tenca.
Escono 117 periodici negli Stati Sardi, 68 nel Lombardo-Veneto, 27 in Toscana, 16 a Roma e 50 nel Mezzogiorno.