335 persone uccise, il 24 marzo 1944: civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni. Nessuna di loro aveva a che fare con l’attentato di via Rasella, a Roma, organizzato il giorno prima e nel quale erano morti 33 soldati tedeschi, un partigiano e un ragazzo di 13 anni. La rappresaglia era vietata dalle leggi di guerra. Ai nazisti non interessava. Ma qualcosa doveva “disturbarli” se fecero saltare gli ingressi delle cave dove massacrarono le 335 persone.
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