Danzica: 1939-2019. Che cosa resta 80 anni dopo

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Danzica 1939-2019: a 80 anni dall’invasione da parte della Germania della città libera di Danzica e della Polonia siamo tornati sui luoghi dove furono lanciati i primi assalti e dove si svolse una disperata resistenza polacca. Siamo partiti in treno da Berlino per arrivare a Gdánsk (Danzica) e raggiungere poi Westerplatte Sopot. L’Unione Europea è, almeno finora, la garanzia che non esista più una frontiera armata né una dogana.

Sopot, i tedeschi entrano nella Libera città di Danzica, 1° settembre 1939, in una foto storica attribuita a Hans Sönnke.

Quanto alla frontiera di Sopot, passata alla storia per un’iconica fotografia delle truppe tedesche che abbattevano la barra del confine e dalla quale i tedeschi entrarono nella Libera città di Danzica (istituita nel 1920 in base al Trattato di pace di Versailles del 1919), è oggi una località turistica internazionale. Il Grand Hotel, frequentato da Hermann Göring, ma anche da Marlene Dietrich, Greta Garbo e Fidel Castro, è stato del tutto restaurato con i finanziamenti dell’Unione Europea. E il lungo pontile di legno è affollato da turisti di tutto il mondo, che si fermano nei bei bar della strada principale, intitolata a Montecassino, in ricordo dei soldati morti sotto l’abbazia italiana, combattendo con gli Alleati. 

Vecchi binari a Nowy Port, Danzica. Foto di Valeria Palumbo.

Westerplatte un sacrario ricorda la disperata resistenza polacca dall’1 all’8 settembre 1939. Oggi, sulla riva opposta, il Nowy Port, alla foce della Vistola, accoglie navi commerciali e pescatori. Danzica poi è stata completamente restaurata. Davanti all’ufficio postale, nel quale gli impiegati e le guardie si asserragliarono contro i tedeschi e le SS locali, finendo poi tutti massacrati, un monumento ricorda il loro sacrificio. E una serie di pannelli, molto nazionalisti, celebra i cento anni della Repubblica polacca: 1918- 2018.

L’ex sede della Gestapo a Danzica. Foto di Carlo Rotondo.

La storia di Danzica, protagonista anche della lotta contro il regime comunista negli anni Ottanta, conclusa nel 1989, resta tormentata (il 14 gennaio 2019 è stato assassinato il sindaco, Paweł Adamowicz). Ma vi si respira un’aria internazionale e vivace. La città è stata completamente ricostruita. E due musei moderni e interattivi, quello dello European Solidarity Center (su Solidarnosc) e quello sulla Seconda Guerra mondiale, ne ricordano la storia. Anche se il recente corso politico polacco ha imposto severe revisioni (è vietato per legge parlare delle responsabilità polacche nello sterminio degli ebrei e di altre etnie durante la Guerra). Davanti all’ex sede della Gestapo una targa ricorda soltanto il terrore staliniano (che va comunque ricordato e con forza davanti alle amnesie russe). In sintesi: la Storia, raccontata in modo corretto e non piegata alle esigenze politiche del momento, è sempre il primo fronte contro pericolosi revanscismi.

Su Dove- Corriere Tv, il video di Valeria Palumbo e Carlo Rotondo su Danzica 1939-2019. CLICCARE QUI SOPRA PER VEDERLO 

Frame del video per Dove – Corriere tv su Danzica 1939 – 2019.

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