
Che cosa sognavano gli italiani, o magari solo i milanesi, nel Dopoguerra? Lo racconta Un sogno così (Feltrinelli) scritto dallo storico e docente dell’Università cattolica di Milano Paolo Colombo, un romanzo che intreccia la storia privata di una famiglia con quella collettiva dell’Italia del dopoguerra, focalizzandosi sugli anni Cinquanta del Novecento.
IL ROMANZO
Il protagonista, Carlo, ventenne, apre un negozio a Milano: sono le esperienze del padre dell’autore. Nel romanzo si esplorano temi come la resilienza, la speranza e la capacità di adattamento di fronte alle sfide di un’epoca in rapida evoluzione. Attraverso le vicende di Carlo e della sua comunità nel quartiere del Giambellino, Paolo Colombo offre una riflessione sui valori che hanno guidato la ricostruzione dell’Italia e su come questi possano ispirare le generazioni attuali.
Motivazioni personali e collettive si intrecciano fra loro. Si alimentano e si plasmano a vicenda. Le storie con la “s” minuscola sono i mattoni che edificano la Storia con la “S” maiuscola: dalla nascita della Tv italiana al boom edilizio, dalla motorizzazione alla comparsa dei supermercati, dall’alluvione del Polesine alla tragedia di Marcinelle. I protagonisti della prima sono tutti coloro che attraversano la seconda e da lei sono attraversati, anche dolorosamente.
NOI SIAMO LE STORIE
Perché noi, sostiene Colombo, siamo le storie che ci raccontiamo. E se gli italiani si raccontassero anche storie diverse da quelle che li ritraggono come cialtroni inaffidabili, illegalisti, a-morali, sarebbero gente – almeno un poco,- migliore. Il titolo del libro richiama una canzone simbolo del boom economico italiano: Nel blu dipinto di blu, di Domenico Modugno. C’è tanta cultura cosiddetta popolare nel romanzo: le canzoni e lo sport, i romanzi e i romanzetti, i fumetti e i film, la Tv e la radio, tutti elementi dentro i quali, si vuol mostrare, c’è una prima scheggia di unità.
LE SFIDE DEL DOPOGUERRA
Specialmente di fronte alle grandi sfide affrontate dal nostro Paese nel Dopoguerra. Il protagonista esce, giovanissimo, da un tempo di povertà e di stenti. Il suo sogno principale è creare una situazione in cui quell’orrore non si ripeta: per sé e per la propria famiglia. Ma non solo. Apre un negozio di ferramenta: bella metafora. Ci sono poche cose che comunichino meglio una idea di ferrea stabilità e di utilità costruttiva: quel negozio dovrà anche servire al quartiere, fin alla città che lo ospita. Nel suo piccolo (la bottega è minuscola), contribuirà a migliorare la vita delle persone che ci entreranno, perché lì non faranno solo compere, ma impareranno come affrontare e risolvere i problemi quotidiani. Seppur su aspetti molto pratici, si accultureranno.
LA LEGGEREZZA E IL LAVORO
Carlo ci mette una grande dedizione e una risoluta determinazione, nel provare a realizzare il suo sogno: ma anche una leggerezza, una sorta di trascinante generosità d’impegno che ha ancora molto da suggerire. Lavoro per me. Ma anche per gli altri: per i miei cari, certo, ma anche per la comunità che ho attorno, per il mio quartiere, per la mia città, per il mio paese, per la mia gente.
LA GENTE
Questo della “appartenenza a una gente” è un tema che emerge molto forte, in particolare in una parte del libro in cui si racconta del concerto che l’11 maggio del 1946 si tenne a Milano per celebrare la riapertura del Teatro alla Scala, semidistrutto dai bombardamenti. E i milanesi affluirono in centro, da ovunque, a migliaia, per essere lì, ad ascoltare quella musica diffusa per la cittadinanza anche fuori dal teatro, con altoparlanti. Ne riportiamo qui poche righe:
«E quel momento è il momento. Perché quello è il momento per la gente, uomini, donne, sì:
è, in qualche modo, solo per la gente. La tua gente. Perché “gente”, si può finire per dimenticarlo,
vuol dire questo. Le persone che sentono, che sanno di avere una origine comune.
E quelli che sono lì quella sera, devono averlo sentito che erano una gens, una gente».
Che momento, deve essere stato. Un momento in cui tutti sentivano che, se hai delle sfide dure da affrontare, ma hai attorno la tua gente, le cose si fanno più semplici. E leggere.
Di questo parla Un sogno così, di Paolo Colombo, edizioni Feltrinelli (19,00 euro).
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