La maestria narrativa di Graham Green in “Brighton Rock”

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In 70 anni, Graham Greene ha pubblicato 54 opere. Centinaia dei suoi racconti sono stati adattati per tv, teatro e cinema.
Per esempio: Il potere e la gloria (1940), Il terzo uomo(1950), Il nostro agente all’Avana (1958) e Il console onorario (1973).
È appena uscito per Sellerio, Brighton Rock.

di Carlo Rotondo

A Brighton, una cittadina della costa inglese affacciata sulla Francia, c’è aria di festa, è la mattina del giorno di Pentecoste e il lungomare è un tripudio di gente che passeggia e si diverte, al sole di un’estate in anticipo. L’incipit ci proietta subito al centro dell’azione: «Hale sapeva, a meno di tre ore dal suo arrivo a Brighton, che volevano ucciderlo». Per le prime 50 pagine seguiamo i suoi movimenti da animale braccato, Pinkie è il cacciatore o meglio “il ragazzo”, ha 17 anni, fa parte di una gang locale; è ambizioso vuole prendere il posto del capo, da poco morto, ed entrare nel giro grosso; ha carattere, è deciso a tutto, anche a uccidere e la sua prima vittima sarà Hale, sodale della banda che ha sgarrato.

CAPOVOLGIMENTO DI FRONTE
Poco prima di morire, Hale conosce Ida, è un incontro occasionale, spera che la sua presenza lo protegga fino a quando non sarà al sicuro. Ida ha fiutato il suo bisogno di aiuto e la sua fragilità, ma non fa in tempo. Un caso fortuito, un breve allontanamento fra i due è sufficiente a far scattare la trappola. La prima parte del romanzo, termina qui. È un’introduzione, la premessa necessaria alla seconda parte che cambia registro affinché si compia il destino di Pinkie, il vero protagonista. Ora è Il Ragazzo a essere diventato la preda e Ida la cacciatrice; va in giro a fare domande, ne segue le orme, anticipa le sue mosse e Pinkie che forse ha preteso troppo da se stesso, comincia a perdere terreno, il boss cittadino se ne sbarazza e non lo riconosce come nuovo referente della zona e gli altri elementi della banda iniziano a dubitare delle sue capacità. Commette un altro omicidio, ma non è ancora la soluzione, anzi.

UN’ANALISI DEL CATTIVO
Il romanzo vira sull’analisi interiore di Pinkie, con accenti dostoevskiani e conradiani sposta il focus sull’origine del male. Pinkie conosce Rose, una cameriera che durante il suo lavoro ha visto qualcosa di compromettente; Pinkie la circuisce, le fa credere di essersene invaghito, ma la inganna e per tenerla sotto controllo arriva al punto di sposarla, così da impedirle di testimoniargli contro. Intanto, Pinkie continua a fuggire, ma ormai non può più farlo dalla sua coscienza, dai suoi rimorsi. In un dialogo con Rose rivela il suo nichilismo: «Un penny per i tuoi pensieri», disse lui, cogliendola di sorpresa. «La vita non è così brutta», disse lei. «Non ci credere», disse lui. «Ti dico io che cos’è. È una galera, è non sapere dove trovare qualche soldo. Vermi e cataratte, il cancro. Li senti gridare dalle finestre, di sopra, i bambini appena nati. È una morte lenta».

Ida è sempre più vicina a stanarlo, cerca di salvare Rose, convincendola della malvagità di Pinkie e dell’inevitabile
fine che aspetta entrambi. In breve tutto precipita non ci sono più spazi di manovra e Pinkie convince Rose
a un’ultima, drammatica azione risolutiva.

Sul piano narrativo Green imprime alla storia un ritmo che non lascia respiro e cattura il lettore, ma non si limita a costruire un thriller avvincente che già soltanto per questo motivo andrebbe considerato uno dei suoi capolavori. In realtà ciò che rende prezioso Brighton Rock, fino a farne il romanzo perfetto è l’intensità dei dialoghi, la disamina di un personaggio inesorabilmente maligno perché nichilista e comunque disposto a pagare per questo, il dipanarsi di una narrazione convincente, costruita con una tecnica non dissimile dal montaggio cinematografico.

Brighton Rock, di Graham Green, #Sellerio Editore

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