Cipro: Erdogan vuole ripopolare Varosha, il quartiere fantasma di Famagosta

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Varosha, Famagosta, Cipro – Foto di Carlo Rotondo

Poche città al mondo portano i segni di guerre vecchie di secoli e conflitti ancora aperti come Famagosta, che a noi italiani suona come l’ultimo avamposto veneziano e oggi è invece, assieme alla capitale Nicosia-Lefkosa, l’immagine vivente della ferita di Cipro.

Tombe turche a ridosso delle mura di Famagosta – Foto di Carlo Rotondo.

Il 18 febbraio è uscita la notizia che l’autoritario premier turco Recep Tayyip Erdogan voglia risvegliare il quartiere fantasma di Varosha, la zona turistica di Famagosta, con le spiagge che un tempo erano bellissime. (Lo racconta il Corriere della Sera) Era un quartiere greco in una città che già contava molti turchi. Ed era stato molto amato da Richard Burton e Brigitte Bardot alla fine degli anni Sessanta. I greci scapparono dalle loro villette, nel luglio 1974, all’arrivo dei turchi (era un conflitto complesso, in cui tutti avevano i loro torti e le loro ragioni e i britannici erano forse, tra gli occupanti recenti, i più colpevoli di tutti). Nel 1974 i turchi sbarcarono per rispondere a un colpo di Stato orchestrato dai greci. Il risultato fu una guerra tra Grecia e Turchia che produsse un ottimo effetto, la caduta della dittatura greca. E uno pessimo: la divisione dell’isola che prosegue nonostante la sua integrazione nell’Unione europea e i numerosi tentativi dell’Onu di riunificare le due repubbliche.

Tombe cristiane distrutte – Cipro Nord

Dal 1974 Varosha è stata abbandonata salvo poi essere rioccupata in parte dai militari turchi: nemmeno i cittadini di Cipro Nord possono entrare. Quando siamo andati con il fotografo Carlo Rotondo, nel 2014, la minaccia dei cecchini a chi violasse il filo spinato, che arrivava fin dentro il mare, era concreto. Le nostre sono state davvero foto rubate e sono ancora pochi i fotografi ad aver sfidato il blocco. Di fatto poi solo una parte del quartiere era stato ripopolato dalle famiglie dei militari turchi. Il settimanale del Corriere della Sera, Sette, pubblicò poi questo nostro reportage in cui ricostruivano i 40 anni della divisione e le sue complesse radici ma anche le ragioni economiche che impedivano la riunificazione: A dividere Cipro ci si mette anche una diga.

Fosse comuni – eccidi dei greci – Cipro Nord

Il 12 aprile ci saranno le elezioni presidenziali nella Repubblica turca di Cipro del Nord, l’attuale leader Mustafa Akinci, che cerca la rielezione, è un fautore dell’indipendenza da Ankara e di un accordo con la Repubblica greca. Non che siano mancati i tentativi: è che sono falliti e la colpa è anche dell’Unione europea che ha accettato, nel 2004, l’adesione di Cipro senza imporre prima una soluzione. Risultato: Cipro Nord, che è riconosciuta, a tutt’oggi, soltanto dalla Turchia, risulta “zona occupata” sulle cartine della Ue. Per entrare bisogna passare da Istanbul e soprattutto se poi si passa a Sud, anche se cittadini europei, si entra, di fatto, da clandestini.

Varosha, Famagosta, Cipro – Foto di Carlo Rotondo

In ogni caso il piano di Erdogan non va, come al solito, nella direzione della pace, ha fatto infuriare Atene. Nella realtà, da qualche anno, la linea Attila, che spacca in Paese in due per 180 km di confine, si è un po’ allentata per i ciprioti. Ma le questioni patrimoniali, il fatto che ormai due generazioni sono nate e cresciute nella divisione, rendono complesso qualsiasi ritorno alla situazione pre-1974. Se, come tutti sperano Cipro tornerà unita, sarà una nazione molto diversa.

Varosha, Famagosta, Cipro – Foto di Carlo Rotondo

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