Agro, solitario y final…

20123221313201sweetsalgariVita tristissima e morte immeritata del fantasiosamente immaginario Capitan Salgari

Chi si suicida, chissà da quali turbinosi pensieri sarà agitato, negli attimi precedenti quell’atto estremo? Che cosa passerà nella mente di un individuo in quel breve periodo di tempo che precede il momento ultimo della sua vita, quando ha ormai preso l’irrinunciabile decisione del suicidio? Domanda inquietante, certo, eppure quanto mai pregna di curiosità per chi, da fuori, avrà poi la tremenda notizia di un simile dramma. In senso creativo, una fra le risposte possibili la dà Paolo Bacilieri, che nella sua più recente opera, Sweet Salgari, racconta a modo suo (e da par suo) un suicidio quanto mai celebre, quello del famoso scrittore del titolo, morto il 25 aprile 1911 a Torino, dove viveva con la numerosa famiglia ormai da molti anni, proveniente dalla natia Verona. Ma Bacilieri affronta il terribile evento non solo con una profonda pietas umana – come già testimonia in qualche modo il titolo stesso del suo

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