Liberty: una svolta per le riviste

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Il movimento Liberty ha costituito una svolta nella grafica, oltre che nell’arte. Ne hanno ricevuto un sostanziale impulso le numerose riviste, letterarie, artistiche e di architettura che fiorirono a inizio Novecento in Italia.

I modelli erano esteri: le riviste inglesi The Studio, The Yellow Book, The Savoy; quelle francesi, La Revue Blanche, Gil Blas Illustré, Le Rire, L’Asiette au Beurre; quelle tedesche, Pan Jugend, Simplicissimus. Tra le tante italiane, le cui pagine erano in parte esposte alla mostra sul Liberty in Italia, organizzata a Reggio Emilia dalla Fondazione Magnani, Il Giornalino della Domenica, Il Convito, Novissima, Scena illustrata, La Lettura.

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Il caso di Novissima è esemplare. Si trattò di una rivista annuale, Novissima. Albo d’Arti e lettere: il primo numero uscì nel 1901 su iniziativa di Edoardo De Fonseca (1867-1936), intellettuale anglo-fiorentino, appassionato d’arte. Obiettivo della rivista, come ha scritto lo studioso Gianni Scipione Rossi, fornire una rassegna annuale del meglio che è stato prodotto nei vari campi delle arti, dalla poesia alla letteratura, dalla musica alle arti figurative. Riesce a coinvolgere le migliori energie intellettuali italiane.

Per far ciò, nel 1900, De Fonseca gira tutta l’Italia alla ricerca di collaboratori di qualità. “Il mio giro di propaganda”, avrebbe ricordato, “non aveva il solo scopo di sollecitare artisti; bensì quello di richiedere il concorso dei maggiori letterati italiani”. Ci riuscì. Su “Novissima” scrissero Benedetto Croce, Grazia Deledda, Antonio Fogazzaro, Edmondo De Amicis, Giuseppe Giacosa, Sem Benelli, Luigi Capuana, Trilussa, Renato Fucini, Ugo Ojetti, Luigi Pirandello. Fu un vivaio di idee e influenzò soprattutto il mondo delle arti figurative. Durò dieci anni, fino al 1910.

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